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Castagna di Serino

Castagna di serino

Nella denominazione "Castagna di Serino" si comprendono due cultivar locali : la "Montemarano" e la "Verdole". La prima, detta anche "Santimango" o "Marrone di Avellino", è considerata dagli esperti tra le migliori varietà italiane soprattutto per le caratteristiche di pregio dei suoi frutti. Dimensioni medio-grosse dei frutti (da 50 a massimo 70 frutti per kg di prodotto), seme bianco-latteo, solcature superficiali, polpa dolce e croccante sono infatti i principali parametri di qualità che la fanno particolarmente apprezzare dai consumatori e dall'industria di trasformazione.
La "Verdole" assolve soprattutto alla funzione di varietà impollinatrice, anche se in molte valli a quote basse del Serinese essa rappresenta la cultivar prevalente in quanto più resistente alle nebbie e alle crittogame. I suoi frutti sono di pezzatura media (media 69-75/kg), più tondeggianti e più brillanti.

Cenni storici

La diffusione dei primi castagneti in Campania e in particolare nei Picentini viene fatta risalire al periodo fra il XI ed il XII secolo, ad opera dei monaci Benedettini, come è testimoniato in preziosi manoscritti dell'epoca. Da allora il castagno iniziò a diffondersi in molte zone collinari, sino a diventarne, col tempo, la coltura predominante.
Numerose altre testimonianze storiche della coltivazione del castagno nel Serinese si ritrovano anche in testi del Settecento (Giustiniani) e in mercuriali dell'800.
L'Alta valle del Sabato e i Monti Picentini rappresentano da secoli un'area di elezione per la coltura del castagno da frutto. L'attaccamento della popolazione rurale a questa specie è manifestato dalla perseveranza nel continuare la coltivazione anche negli anni di crisi del castagno, dovute soprattutto a cause fitosanitarie (cancro), assicurando sempre le dovute cure colturali.

Area di produzione

La castanicoltura occupa un posto di rilievo nel quadro economico e produttivo dell'Alta valle del Sabato e dei Monti Picentini, assicurando buoni redditi all'intera comunità locale.
La superficie interessata è stimata in oltre 5.000 ettari, che rappresenta più di un quarto della superficie totale di castagneti a frutto delle province di Avellino e Salerno. La produzione è di circa 100.000 quintali di castagne all'anno, di cui il 50% viene solitamente destinato all'esportazione, mentre l'altro 50%, in proporzioni più o meno uguali, è ripartito tra le industrie di trasformazione e il consumo fresco.
L'areale di elezione della DOP della "Castagna di Serino", è individuabile nei territori dei comuni di: Serino, S. Lucia di Serino, S. Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Solofra, Montoro Inferiore e Superiore, Chiusano S.Domenico, S. Michele di Serino e Contrada in provincia di Avellino; Baronissi, Calvanico, Castiglione dei Genovesi, Giffoni Valle Piana, Giffoni Sei Casali, Mercato S. Severino, S. Cipriano Picentino e S. Mango Piemonte in provincia di Salerno.

 


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